Lavorare Con i giovani, non Per i giovani: un principio fondamentale per il futuro

Ho seguito un documentario che parlava della missione di don Claudio Burgio… un uomo come tanti, direte, ma con una vocazione forte non solo per la sua religione, ma per l'umanità e in particolare per l'umanità più fragile, spesso posta ai margini perché considerata irrecuperabile dal pensiero comune.
Alle porte di Milano, nel comune di Vimodrone, c'è un luogo in cui gli errori vengono trasformati in opportunità. A decretare il livello di difficoltà per recuperare la propria libertà sono i colori delle quattro case: arancione, giallo, azzurro e verde. Questo luogo di speranza è la comunità Kayròs, fondata oltre 20 anni fa da don Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile Cesare Beccaria di Milano, che attualmente accoglie circa 50 ragazzi tra i 14 e i 25 anni.
In un'epoca in cui la criminalità giovanile inonda le pagine della cronaca, siamo tutti portati a giudicare ed etichettare questi ragazzi difficili, finiti dietro le sbarre per crimini più o meno gravi.
Tuttavia, come ribadisce la scritta all'ingresso di Kayròs: "Non esistono ragazzi cattivi", Sembra difficile?
Invece per Don Claudio Burgio è possibile; don Claudio sottolinea che nessun ragazzo nasce cattivo; talvolta la cattiveria è una maschera che indossano per reagire a una fragilità causata dall'assenza di una figura genitoriale, dal disagio tipico dell'adolescenza, aggravato da una quotidianità vissuta in strada senza modelli di riferimento, tra malessere e sfiducia.
Fiducia è, infatti, la parola chiave attraverso cui il prete tende la mano ai ragazzi. Il loro tentativo è quello di puntare più sulla libertà che sulle regole.
Don Claudio lo mette in pratica ogni giorno, senza minacce e sanzioni, stimolando la responsabilità di ogni ragazzo. I cancelli sono aperti, giorno e notte, per far capire loro che non sono in carcere, ma devono saper scegliere il loro bene. Questa iniezione di fiducia favorisce grandi cambiamenti, come raccontato nel libro "Non vi guardo perché rischio di fidarmi" (Edizioni San Paolo), che racchiude storie di cadute e resurrezione dei "suoi" ragazzi.
Calcio, cucina, teatro, ma soprattutto musica: sono tante le attività che scandiscono le giornate dei ragazzi all'interno della comunità, permettendo loro di riscoprire passioni e sviluppare competenze con cui costruire il proprio futuro. Recentemente, negli spazi di Kayròs, è stato inaugurato uno studio di registrazione musicale, donato dal gruppo Sugar, e fondata l'etichetta musicale Kayròs Music. Attraverso la musica rap, i ragazzi riescono ad esprimere le proprie emozioni e il proprio vissuto, e alcuni di loro hanno persino scalato le classifiche, come nel caso di Baby Gang.
Oltre all'esperienza di Kayròs, è importante integrare queste riflessioni con teorie di psicologia consolidate. Lavorare con i giovani significa riconoscere la loro capacità di autodeterminazione e la necessità di costruire relazioni basate sulla fiducia e sul rispetto reciproco. Secondo la teoria dell'autodeterminazione, i giovani hanno bisogno di sentirsi competenti, autonomi e connessi agli altri per sviluppare un senso di benessere e realizzazione.
Inoltre, l'approccio della Psicologia Positiva enfatizza l'importanza di promuovere le qualità positive degli individui, come la resilienza, l'ottimismo e il senso di scopo. Questi principi possono essere applicati nel lavoro con i giovani per aiutarli a superare le difficoltà e a sviluppare una visione positiva del futuro.
Infine, è cruciale riconoscere il ruolo delle figure adulte come modelli di riferimento. La Teoria dell'Attaccamento sottolinea l'importanza di relazioni sicure e supportive per lo sviluppo emotivo e sociale dei giovani. Gli adulti che lavorano con i giovani devono essere in grado di offrire un sostegno empatico e costante, creando un ambiente in cui i giovani possano sentirsi accettati e valorizzati.
È fondamentale che gli adulti si mettano in discussione entrando nei panni dei giovani e provando a vedere il mondo con i loro occhi, senza basarsi su esperienze consolidate e pensieri incancreniti. Questo approccio empatico e aperto al dialogo, con la propensione a mettersi per primi in discussione, permette di costruire una relazione autentica e significativa, favorendo una crescita reciproca e un ambiente di mutuo rispetto.
L'esperienza di Kayròs e teorie psicologiche consolidate ci offrono preziosi insegnamenti su come creare un ambiente in cui i giovani possano trasformare i loro errori in opportunità e crescere come individui responsabili e consapevoli.
In sintesi, lavorare Con i giovani e non Per i giovani, significa costruire insieme una comunità basata sulla fiducia, il rispetto reciproco e l'autodeterminazione.
Fonti:
- Don Claudio Burgio, "Non vi guardo perché rischio di fidarmi" (Edizioni San Paolo)
- Teoria dell'autodeterminazione di Deci e Ryan
- Psicologia Positiva di Martin Seligman
- Teoria dell'Attaccamento di John Bowlby