Se non voti decidono per te, ecco perché il Referendum Conta

07.05.2025

Questo articolo è rivolto a tutti, ma soprattutto ai più giovani, che da sempre mi stanno particolarmente a cuore. Parliamo di un diritto fondamentale che ci stanno "insegnando" a ignorare: la partecipazione. 

In questo caso, la cosa che più mi disturba da ex sindacalista è che anche i sindacati sono silenti.

Viviamo in un'epoca in cui il mondo del lavoro è stato profondamente trasformato da riforme che hanno indebolito le tutele dei lavoratori.

I giovani, in particolare, sono stati i più colpiti, spesso inconsapevoli delle conseguenze di queste modifiche. 

Inoltre, anche nella scuola, sono stati passati messaggi pericolosi, come quello che chi si affaccia al mondo del lavoro debba accontentarsi di lavorare gratuitamente, anzi esserne grato perché è un'occasione formativa. I PCTO (percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento), infatti, sono nati con lo scopo iniziale di creare una cultura diffusa del lavoro, ma come abbiamo visto, spesso si trasformano in sfruttamento senza tutele con la complicità delle istituzioni scolastiche… ma ne parlerò meglio in un articolo dedicato.

Tornando al nostro argomento, i referendum sul lavoro a cui saremo presto chiamati per esprimere una preferenza, mirano a ripristinare diritti fondamentali che sono stati erosi, ma la disinformazione ha generato indifferenza su temi che riguardano tutti, o quasi, perché proprio quelli come me, che sono nel mondo del lavoro da tempo e lavorano da tanto nella stessa azienda, godono di quello che all'apparenza potrebbe sembrare un privilegio: il mantenimento delle vecchie regole; ma anche di questo ne parleremo in un articolo dedicato. 

È quindi essenziale fare chiarezza Vecchie vs. Nuove Normative sul Lavoro: cos'è Cambiato?

Negli ultimi anni, il Jobs Act ha rivoluzionato il mercato del lavoro italiano, introducendo il "contratto a tutele crescenti", un bel nome degno del miglior Social Media Marketer, ma che nasconde invece alcuni tranelli. Questa legge ha modificato le garanzie per i lavoratori; infatti; prima della riforma, il licenziamento senza giusta causa dava al lavoratore la possibilità di scegliere tra il reintegro sul posto di lavoro e un indennizzo economico calcolato su criteri più tutelanti rispetto a quello attualmente previsto. Ricordo che parliamo di LICENZIAMENTO SENZA GIUSTA CAUSA, ossia del caso in cui vi è una sentenza che sancisce che il datore di lavoro licenzia ingiustamente il lavoratore.

Con il nuovo sistema, il reintegro è stato fortemente limitato e l'indennizzo viene calcolato principalmente in base all'anzianità di servizio.


Differenze Chiave tra Vecchio e Nuovo Regime

Prima del Jobs Act: Il lavoratore licenziato senza giusta causa poteva scegliere tra il reintegro e un indennizzo economico più elevato calcolato sugli anni di lavoro.
Dopo il Jobs Act: Il reintegro è possibile solo in casi di licenziamento discriminatorio o nullo. Negli altri casi, il lavoratore riceve un'indennità calcolata in base agli anni di servizio, con un minimo di 2 mensilità e un massimo di 24 mensilità.

Contratti a tempo determinato: le restrizioni per le aziende sono state ridotte, aumentando la precarietà lavorativa.

Questi cambiamenti hanno favorito la flessibilità (altro termine molto social), ma hanno anche indebolito le tutele per i lavoratori, rendendo più precario l'accesso a un impiego stabile. 

I referendum sul lavoro mirano a ripristinare alcune di queste tutele, garantendo maggiore sicurezza ai lavoratori e riequilibrando il rapporto tra aziende e dipendenti. 


Disinformazione e Indifferenza: Un Ostacolo alla Partecipazione

Uno dei problemi principali è la disinformazione e qui torniamo sulla tempa della comunicazione nociva, di cui in questo blog ho ampiamente parlato. Molti giovani non sono pienamente consapevoli dell'impatto che queste riforme hanno avuto sulle loro prospettive lavorative e di vita. La narrazione dominante ha spesso minimizzato le conseguenze negative, creando un clima di indifferenza. 

È fondamentale informarsi e comprendere che questi referendum non sono solo una questione politica, ma riguardano direttamente il futuro di chi lavora.


Il Referendum sulla Cittadinanza: Un Passo Verso l'Inclusione

Oltre ai referendum sul lavoro, il referendum sulla cittadinanza affronta un tema cruciale: la riduzione del periodo di residenza richiesto per ottenere la cittadinanza italiana. Attualmente, un adulto straniero deve risiedere legalmente in Italia per dieci anni prima di poter fare richiesta. Il referendum propone di ridurre questo periodo a cinque anni, facilitando l'integrazione di chi vive e lavora stabilmente nel nostro Paese.

Chi sostiene il ritiene che l'attuale legge sia sproporzionata e discriminatoria, mentre chi è per il No sostiene che il sistema attuale sia già adeguato e che la cittadinanza debba essere concessa solo dopo un appropriato percorso di integrazione.

Indipendentemente dalle posizioni, è essenziale che i cittadini siano informati e partecipino al voto.

Conclusione: Informarsi per Decidere

Questi referendum rappresentano un'opportunità per migliorare le condizioni di chi lavora e vive in Italia.

La disinformazione ha contribuito a creare indifferenza, ma è dovere di tutti  informare e sensibilizzare, soprattutto i giovani, affinché ognuno di noi possa prendere decisioni consapevoli.

Il voto è uno strumento di cambiamento: usiamolo per costruire un futuro più equo.



Fonti
- [Tabella indennità licenziamento]( https://urlsand.esvalabs.com/?u=https%3A%2F%2Fposizioniaperte.com%2Ftabella-indennita-licenziamento-schema-riassuntivo%2F&e=72d222bb&h=01f9ca4d&f=y&p=y )
- [Licenziamento ingiusto e reintegro]( https://urlsand.esvalabs.com/?u=https%3A%2F%2Fstudiolegalesaltelli.it%2Flicenziamento-ingiusto-e-reintegro-sul-posto-di-lavoro-diritti-e-tutele%2F&e=72d222bb&h=b96816ff&f=y&p=y )
- [Licenziamento senza giusta causa]( https://urlsand.esvalabs.com/?u=https%3A%2F%2Fwww.laleggepertutti.it%2F535312_licenziamento-senza-giusta-causa&e=72d222bb&h=39be44da&f=y&p=y )

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